la guerra e i danni collaterali, LA DISTRUZIONE DEL PONTE BORBONICO REAL FERDINANDO


Anche Difesa Online ha parlato dei nostri primati in merito alle distruzioni cagionate dalla guerra al nostro territorio e vi riporto tal quale quello che riguarda il Ponte Borbonico Real Ferdinando
e come disse S.M. Francesco I Redelle due Sicilie, padre del Futuro Re Ferdinando II : "lassat fa a u'uaglione" parlando del futuro Re Ferdinando e rispondendo agli scettici, c'è voluto tanto tritolo e una guerra mondiale per abbatterlo , altro che le strutture moderne...
Rocco M. Renna


DIFESA ONLINE
Tra i gioielli del nostro patrimonio culturale, a subire le conseguenze belliche del Secondo Conflitto, vi fu anche il Ponte Borbonico Real Ferdinando di cui, proprio nei giorni scorsi, è ricorso l'anniversario della sua inaugurazione (avvenuta il 10 maggio 1832): tale struttura, sita a guado del fiume Garigliano, nelle immediate vicinanze dell’antica Minturnae, fu il primo ponte sospeso realizzato in Europa, progettato da Luigi Giura che lo realizzò per volontà di Ferdinando II tra il 1828 e il 1832.

Il Ponte "ornato di sfingi faraoniche e colonne egittizzanti" fu costruito con tecnologia innovativa e d’avanguardia "che parve per il tempo un miracolo di ingegneria per la snellezza della costruzione e la semplicità delle linee, non mancanti di pretesa artistica, insinuato e quasi chiuso da un fitto bosco di eucalipti"6: i relativi lavori di costruzione (che, come accennato, iniziarono nel 1828), furono fortemente sconsigliati dai pareri del Corpo degli Ingegneri del Regno, tra i quali Ignazio Stile, che addirittura bollò la tipologia come retrograda, espressione tecnologica di civiltà da lui considerate culturalmente arretrate (il riferimento era al Perù - con i ponti di corda degli Inca - ed ai ponti tibetani della Cina himalayana) e che così ebbe ad esprimersi sul progetto: “I viaggiatori ne dicono che tal generazione di Ponti vien costumata da’ Cinesi, e da’ Peruani. I primi con verace catene, e colle funi i secondi. […] I cinesi, però, ed i Peruani, non sono le nazioni le più culte della terra, e perciò i loro prodotti risentir debbono della debolezza de’ loro ingegni. Ecco perché gli Europei che da più tempo trafficano nella Cina e nel Perù, e che dal p.mo momento han riportata tra noi l’esistenza di tali ponti non han creduto esser ben fatto imitarli, e l’hanno trascurati, e messi nel numero delle cose di cui non debba farsene conto […]7.

Infatti, a lavori ultimati, nessuno era disposto a collaudare il ponte avveniristico, certi come si era che sarebbe crollato sotto il minimo peso, nonostante le rassicurazioni del Giura: allora, fu il re in persona, Ferdinando II (1810-1859) a prendere l'iniziativa, andandosi a piazzare nel mezzo della campata ed ordinando poi che vi passassero sopra due squadroni di lancieri al trotto e ben sedici traini d’artiglieria.
Il ponte resse, almeno fino al 1943, quando i tedeschi, che avevano fatto partire la famosa Linea Gustav proprio dalla foce del Garigliano (e che, giungendo fino ad Ortona, in Abruzzo, passava anche per Cassino), lo fecero saltare in aria: fortunatamente, le colonne ressero ed esso fu ricostruito nel 1998. Attualmente è gestito (peraltro in maniera egregia: doverosa notazione, in controtendenza al panorama attuale - come denunciato dai media - di una mala gestio dei nostri Beni Culturali) dalla Soprintendenza Archeologica per il Lazio8.
TRATTO TAL QUALE DA DIFESA ONLINE

(foto: a colori, dopo la ricostruzione, Domenico Iannantuoni e Franco Spinelli / b/n, prima della distruzione, Web)

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