IL BASTIONE MEDIOEVALE SUL PONTE ORSINIANO A GRAVINA



Bastione Medioevale

È quanto rimane delle antiche mura che recinsero la città è oggi visibile in un angolo speronato al termine della via, poco prima del ponte viadotto e nella via di S. Andrea al Cavato.
Costituite da cortine su cui si aprivano le bocche da fuoco, presentavano un robusto toro al limite della scarpata che le separava da questa e le rendeva poco scalabili.
Ancora alla fine dell’Ottocento consentivano l’accesso alla città da tre porte note con i nomi di Porta Santa Maria degli Angeli, di Sant’Antonio e di San Tommaso dal nome delle chiese a cui menavano ed in seguito chiamate rispettivamente Porta Napoli o Capuana o dell’Aquila Grande, di Basilicata o Lucana o di Sant’Agostino, dette popolarmente de iuse (di sotto) e de suse (di sopra), mentre la terza fu detta Reale o di San Michele.
All’incirca nel 1850 se ne aggiunsero altre minori.
Una per accedere alla “ruga di San Pietro” rimasto nel nome Porticella di una via, e l’altra per accedere alla via Aquila Piccola.
Un’altra porta fu aperta tra porta Reale e porta Lucana e intitolata a San Cataldo.
Delle antiche mura ormai completamente scomparse, ne rimangono inoltre pochi frammenti inglobati nelle costruzioni che seguono il vecchio perimetro dell’antica cerchia.
Oggi, a seguito di un intervento di consolidamento e restauro il “bastione medioevale” è stato destinato a Info-Point per la fruizione dei beni culturali.

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