Il Mercato di Amantea

Il Mercato di Amantea

Nel 1432, Francesco III D’Angiò Durazzo, in quella che allora era Monteleone, ora Vibo Valentia, con un editto, proclamò che il mercato domenicale d’Amantea, doveva essere” perenne, libero e senza gabelle” e da allora, anzi, ancor da prima, il mercato dei prodotti agricoli prende vita ogni domenica, già la mattina presto. In ogni centro urbano, soprattutto nell'Italia Meridionale, vi è sempre un mercato, ma quello di Amantea ha una caratteristica particolare, quella di essere composto  non da commercianti che hanno acquistato i prodotti e li rivendono, ma è costituito dagli stessi produttori contadini&ortolani, che portano sui banchetti allestiti nell’area predisposta dal comune, i frutti del loro lavoro in terra.
Ed è così che, in un panorama in cui sono totalmente assenti le famose etichette, proprie della grande distribuzione, sui banchi del mercato predisposti dal comune, compaiono le tre bottiglie di vino spillato dalla botte, le quattro ricottine fresche, la mezza dozzina d’uova di giornata, il cestello con alcune bottiglie d’olio d’oliva extravergine, soppressate e caciotte prodotte artigianalmente e, secondo il periodo stagionale, ogni tipo di frutta e verdura.
In contenitori che originariamente contenevano tutt’altro, da settembre in poi si trova la salsa di pomodoro fatta in casa, le marmellate di frutta raccolta sai rami dell’albero dietro casa – particolare è la mostarda, una marmellata fatta con uva Marcigliana - e le zucchine e melanzane sott’olio, aromatizzate con aglio e menta. Quando in primavera compaiono le prime ciliegie, vi è l’usanza di presentarle al pubblico legate a mazzetti, un lavoro da veri certosini, che richiede una grande maestria manuale.
Il mercato si svolge ogni giorno, escluso il lunedì, ma la sua espressione più completa, determinata da un nulro maggiore di “produttori”, è la domenica mattina. Dall’agro circostante, Lago, San Pietro in Amantea, Campora, Serra Ajello, Longobardi, soprattutto dalle contrade di Belmonte Calabro, arrivano venditori e venditrici, con i mezzi più svariati, motocarri, furgoncini e soprattutto il bus locale e non è difficile, di mattino presto, lungo la Via Baldacchini, incontrare molte donne in abiti lunghi e neri, che portano in testa un gran cesto colmo di verdure e frutti, dirette al mercato.
Il Mercato Nuovo, è un’incredibile galleria di personaggi ameni e folcloristici, dai visi “forti” ed espressivi e il vecchio detto “contadino, dalle scarpe grosse, ma cervello fino”, in questo contesto, n'è la rappresentazione vivente. Il personaggio più caratteristico tra tutti, secondo l’opinione di chi scrive, è certamente la pescivendola Assunta. E’ l’unica pescivendola che opera all’interno dell’area del mercato e usa un linguaggio colorito e spesso incomprensibile (ma per questo non c’è problema, perché la sua gestualità è talmente evidente che il suo dire lo capirebbe anche un giapponese di passaggio) per rifilare al compratore dieci pesci, anche se ne ha chiesti solo cinque.
Altro personaggio ameno in questo contesto, è Marcello, un agricoltore di Camoli; oltre agli ortaggi che coltiva sui terreni che prendono la brezza del mare, è anche un produttore diretto di salumi che stagiona nella sua cantina a 400m di altitudine. In questa galleria di personaggi va ricordata anche Giannina, la nonna che vende i lupini; presente al mercato solo la domenica. E’ attraente per la sua dolce mitezza.
Sergio Zanardi

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