GASDOTTO TAP E XYLELLA: E SE FOSSE VERO?
di Michele Ladisa
Dice un vecchio detto: a pensar
male si fa peccato ma spesso ci si azzecca. E’ tutto molto strano
quello che accade in Salento di questi tempi. Prima la Tap, sto
maledetto gasdotto che da Kipoi approderà sulla costa incontaminata di
San Foca a quattro passi dalla più famosa Melendugno (Le), poi il
“fenomeno” della Xyllela che sta uccidendo i nostri secolari ulivi e che
il “potere” italiano e internazionale (sic !) intende estirpare a man
bassa
In ambedue i casi si tratta di
distruzione di una territorio famoso per le sue bellezze naturali e poi
bla bla bla, cose che tutti conosciamo.
Dicono che per evitare il contagio non
c’è soluzione alla estirpazione dei monumentali ulivi, piante che madre
natura ha inteso regalarci, oltre che come fonte di produzione
economica, anche scolpendo con la propria mano autentiche opere
artistiche di valore inestimabile.
E l’ulivo si sa è pianta protettissima il cui abbattimento è legato da vincoli di legge spesso insuperabili.
E il gasdotto tap che c’entra ? Mah !
Forse per realizzare il gasdotto dopo l’approdo a San Foca si suppone
ci sia da realizzare una tubazione immensa che dovrebbe interessare, in
primis, i campi del Salento, dall’Adriatico allo Ionio come nello
stesso tracciato TAP (vedi eloquenti mappe) è stabilito.
E per realizzare questo tracciato quanti
ulivi bisognerebbe estirpare ? Migliaia, sicuramente migliaia.
Estirpazioni che richiederebbero autorizzazioni senza fine che il
business internazionale non può e non deve sottostare.
Allora potrebbe essere proprio la
Xylella a superare ogni autorizzazione, lasciando “campi liberi” a stò
stramaledetto Tap che al Salento, al sud, alle Due Sicilie, non serve
ad un cazzo.
Si dirà: ma la Xylella è sbarcata anche in Francia. Depistaggio, puro depistaggio.
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