Massimo D’Azeglio, corrispondenza col senatore Carlo Matteucci, 2 Agosto 1861 "Entrammo nel paese, subito abbiamo incominciato a fucilare i preti e gli uomini, quanti capitava"



Pillole di storia, copiato e ritrasmesso tal quale su concessione da:
"Principe Carlo di Borbone delle Due Sicilie, Duca di Castro"

Scenari di guerra

Quelli che hanno chiamato i piemontesi e che hanno consegnato loro il Regno delle Due Sicilie sono un’impercettibile minoranza. I sintomi della reazione si vedono ovunque.

Jornal De Debats, Novembre 1860

Pare non bastino sessanta battaglioni per tenere il Regno. Ma, si diranno, e il suffragio universale? Io non so niente di suffragio, so che al di qua del Tronto non ci vogliono sessanta battaglioni e di là sì. Si deve dunque aver commesso qualche errore; si deve quindi o cambiar principi o cambiar atti e trovar modo di sapere dai napoletani, una buona volta, se ci vogliono sì o no. Agli italiani che, rimanendo italiani, non vogliono unirsi a noi, non abbiamo diritto di dare archibugiate.

Massimo D’Azeglio, corrispondenza col senatore Carlo Matteucci, 2 Agosto 1861


Principe Carlo di Borbone delle Due Sicilie, Duca di Castro
Entrammo nel paese, subito abbiamo incominciato a fucilare i preti e gli uomini, quanti capitava, indi il soldato saccheggiava ed infine abbiamo dato l’incendio al paese abitato da circa 4500 abitanti. Quale desolazione, non si poteva stare d’intorno per il gran calore, e quale rumore facevano quei poveri diavoli che la sorte era di morire abbrustoliti e chi sotto le rovine delle case.

Carlo Margolfo, bersagliere entrato a Pontelandolfo, 1861

Non parliamo delle dimostrazioni brutali contro i giornali; non parliamo dell’esilio inflitto per via economica; non parliamo delle fucilazioni operate qua e là per isbaglio dalle autorità militari; ma degli arresti arbitrari di tanti miseri accatastati nelle prigioni senza essere mai interrogati.

Il Nomade, giornale liberale, 12 Settembre 1861

Aborre invero e rifugge l’animo per dolore e trepida nel rammentare più paesi del Regno napoletano incendiati e rasi al suolo, e quasi innumerevoli integerrimi sacerdoti e religiosi e cittadini di ogni età, sesso e condizione, gli stessi malati indegnissimamente ingiuriati, e poi eziandio senza processo, o gettati nelle carceri o crudelissimamente uccisi.

Papa Pio IX, 30 Settembre 1861

Potete chiamarli briganti ma combattono sotto la loro bandiera nazionale. Potete chiamarli briganti ma i padri di quei briganti hanno riportato due volte i Borboni sul trono di Napoli. È possibile, come il mal governo vuol far credere, che 1500 uomini comandati da due o tre vagabondi tengano testa ad un esercito regolare di 120 mila uomini? Ho visto una città di 5 mila abitanti completamente rasa al suolo e non dai briganti.

Giuseppe Ferrari, deputato a Torino, Novembre 1862

Non sono briganti come gli dicono, non credete che vadano rubando davvero.
Carlo Antonio Gastaldi, soldato sabaudo di Biella passato al nemico, in una lettera al padre

Il governo piemontese che si vede presto costretto ad abbandonare il suolo napoletano, si vendica mettendo tutto a ferro e fuoco. Raccolti incendiati, provvigioni annientate, case demolite, mandrie sgozzate in massa. I piemontesi adoperano tutti i mezzi più orribili per togliere ogni risorsa al nemico, e finalmente arrivarono le fucilazioni! Si fucilarono senza distinzione i pacifici abitatori delle campagne, le donne e fino i fanciulli.

L’ Osservatore Romano, 1863

In un solo mese nella provincia di Girgenti, le presenze dei detenuti nelle prigioni furono 32000. Non si turbino! Ho qui il certificato, la nota officialissima, 32.000 presenze in carcere, solo nei trenta giorni del mese. Ed ora, codeste essendo le cifre, io domando all’onorevole ministro dell’Interno: ne avete ancora da arrestare?

Francesco Crispi, intervento parlamentare


Non potete negare che intere famiglie vengono arrestate senza il minimo pretesto; che vi sono, in quelle province, degli uomini assolti dai giudici e che sono ancora in carcere. Si è introdotta una nuova legge in base alla quale ogni uomo preso con le armi in pugno viene fucilato. Questa si chiama guerra barbarica, guerra senza quartiere. Se la vostra coscienza non vi dice che state sguazzando nel sangue, non so più come esprimermi.

Giuseppe Ferrari, deputato a Torino, 29 Aprile 1862

Posso assicurare alla Camera che specialmente in alcune province, quasi non vi è famiglia, la quale non tremi dell’onnipotenza dell’autorità di polizia, dei suoi errori ed abusi. Sotto la fallace apparenza della persecuzione del brigantaggio si vuole avere in mano la facoltà di arrestare o mandare al domicilio coatto ogni specie di persone al Governo sospette.

Pasquale Stanislao Mancini, Intervento alla Camera, 1864

Napoli è da sette interi anni un paese invaso, i cui abitanti sono alla mercé dei loro padroni. L’immoralità dell’amministrazione ha distrutto tutto, la prosperità del passato, la ricchezza del presente e le risorse del futuro. Si è pagato la camorra come i plebisciti, le elezioni come i comitati e gli agenti rivoluzionari.

Pietro Calà Ulloa, 1868

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