Luigi Vanvitelli l’Architetto e la reggia di Caserta


Luigi Vanvitelli, (Napoli, 1700 – Caserta, 1773) è stato un architetto, ingegnere, scenografo e pittore italiano. Nato dal famoso vedutista Gaspar van Wittel, divenne subito popolare per le sue spiccate doti artistiche, tanto da ricevere da subito le lodi di Filippo Juvarra, uno dei principali architetti barocchi.
Ha profondamente rinnovato l’architettura, ha avuto molti allievi, imitatori e seguaci, tanto che col tempo il suo stile si diffusero talmente in Italia ed Europa, da creare un nuovo stile: l’architettura neoclassica.
luigi Vanvitelli

Ha progettato e restaurato innumerevoli opere in tutta Italia. Le sue notevoli capacità lo fecero divenire il principale architetto del Papa, ma gli attirarono numerose invidie ed antipatie. A Roma, tra i tanti lavori, vi fu anche la messa in sicurezza della cupola di San Pietro.
Il nuovo re di Napoli, Carlo di Borbone, per creare il nuovo centro nevralgico del suo regno, chiese a Vanvitelli di progettare la nuova città di Caserta, di cui la Reggia ne era il fulcro e l'acquedotto per portare acqua alla Reggia. Il progetto, stampato e diffuso subito in tutta Europa, suscitò grande ammirazione nei sovrani, ma gli attirò grandi antipatie ed anche episodi di mobbing.
acquedotto carolino di Vanvitelli

Dopo la sua morte, avvenuta nel 1773, i lavori della Reggia furono continuati dal figlio Carlo.
Luigi Vanvitelli, nato Lodewijk van Wittel (Napoli, 12 maggio 1700 – Caserta, 1º marzo 1773), è stato un pittore e architetto italiano di origine olandese.
Biografia
Formazione
Figlio del celebre vedutista Gaspar van Wittel, trasferitosi in Italia dai Paesi Bassi nel 1694, nacque a Napoli, dove il padre era stato chiamato l'anno prima dal vicerè duca di Medinaceli, che gli fece da padrino. Luigi iniziò la propria attività come pittore, per poi dedicarsi all'architettura e divenire uno dei più importanti architetti italiani del periodo fra il Barocco e il Neoclassicismo.
Vanvitelli si ispirò all'opera di alcuni grandi architetti del Barocco, come Gian Lorenzo Bernini, Francesco Borromini, Carlo Fontana, Filippo Juvarra e studiò a fondo i trattati e le opere degli architetti dell'antichità e del Rinascimento. Negli anni della formazione strinse una duratura amicizia e collaborazione con Nicola Salvi e si iscrisse all'accademia dell'arcadia.
A Roma
Nel 1732 partecipò al concorso per la facciata di San Giovanni in Laterano e a quello per la Fontana di Trevi, concorsi che avrebbero segnato la rinascita artistica dello Stato della Chiesa sotto il governo illuminato di papa Clemente XII; i progetti vanvitelliani, che andavano incontro alle nuove tendenze neoclassiche, furono molto apprezzati negli ambienti più colti, ma la giuria ritenne opportuno premiare progetti che assecondavano il gusto barocco, a Roma ancora pienamente imperante. In questi concorsi non ebbe successo, ma ebbe modo di segnalarsi e di ottenere l'anno successivo un importante incarico nello Stato Pontificio: quello del porto e del lazzaretto di Ancona.
Opere ad Ancona e nelle Marche
Dopo la partecipazione ai concorsi romani, il nome di Vanvitelli era diventato noto ed apprezzato e ciò valse all'architetto il suo primo incarico importante, ottenuto direttamente da papa Clemente XII: quello di riprogettare il porto di Ancona per renderlo adatto a svolgere la funzione di scalo romano verso oriente.
Nell'ambito dei progetti anconetani, si ricorda soprattutto il Lazzaretto (1733 - 1738), costruito su una grande isola artificiale a forma di pentagono, realizzata all'interno del porto dallo stesso Vanvitelli che, da buon olandese, sapeva bene come strappare terre al mare. La forma geometrica regolare dell'edificio a pentagoni concentrici, il tempietto di San Rocco al centro del cortile, la geniale tecnica costruttiva, l'armonica composizione delle varie funzioni, il rivellino che punta verso il mare aperto fanno del lazzaretto anconitano un vero capolavoro.
Oltre al Lazzaretto, ad Ancona Vanvitelli realizzò anche il Molo Nuovo, il suo ingresso monumentale (l'Arco Clementino) e la Chiesa del Gesù, che con la sua facciata concava ed alta sul mare, riassume la curvatura dell'intero arco portuale. Con queste opere il nostro artista ridisegnò e reinterpretò personalmente la forma del porto e della città che su di esso si affaccia. Diede così un anticipo della sua grande abilità come paesaggista, la stessa che svilupperà in seguito nella celebre Reggia di Caserta. Ad Ancona operò anche al Duomo (dove progettò l'edicola della Regina di tutti i santi) e a Palazzo Ferretti.
Negli anni trenta e quaranta del Settecento l'artista operò in tutte le Marche: progettò il caratteristico campanile per la Basilica della Santa Casa a Loreto, la facciata e l'interno della chiesa della Madonna della Misericordia di Macerata[6], la chiesa della Maddalena di Pesaro.
Inoltre, durante la permanenza in Ancona per le opere portuali, venne interpellato dal Comune di Ascoli Piceno per un parere sul progetto per la nuova sala teatrale da realizzare nel Palazzo Arringo; pur giudicando la struttura lignea di carattere bibienesco concepita dall'intagliatore ascolano Giuseppe Gualtieri ben adattata al grande vano destinato allo scopo nel palazzo, Vanvitelli biasimò la moda alquanto diffusa di imitare le bizzarre sale di spettacolo dei Bibiena.
La presenza di Vanvitelli e le sue numerose opere marchigiane influirono profondamente sull'architettura di Ancona e della regione, dove lasciò uno stuolo di seguaci.
Ritorno a Roma
A Roma ottenne la carica di architetto della Basilica di San Pietro in Vaticano, che mantenne per tutta la vita. Suoi alcuni interventi di sistemazione, in vista del Giubileo del 1750, nella chiesa di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri, ricavata da Michelangelo Buonarroti nelle Terme di Diocleziano. Nel 1911 la facciata realizzata prima degli interventi vanvitelliani fu demolita, ma l'interno è ancora quello progettato da Vanvitelli.
Reggia di Caserta
Nel 1750 il re di Napoli Carlo di Borbone richiese al Vanvitelli il progetto di una nuova reggia che aveva pensato per la città di Caserta, facilmente raggiungibile dalla capitale, ma discosta da essa, come lo era Versailles da Parigi. La reggia, che avrebbe dovuto sorgere nei pressi di una nuova città (che fu poi realizzata in tempi successivi, in modo caotico e senza tener conto delle idee di Vanvitelli), fu rifornita d'acqua dal monumentale Acquedotto Carolino, progettato da Vanvitelli sul modello delle opere idrauliche dell'antica Roma.
La Reggia di Caserta, definita come l'ultima grande realizzazione del Barocco italiano, è sicuramente la sua opera più importante. Curatissima nei dettagli ed articolata su quattro monumentali cortili, la costruzione è fronteggiata da uno scenografico parco, che sfrutta la pendenza naturale del terreno per articolarsi in una gigantesca cascata artificiale, scandita da una serie di fontane con statue marmoree. Le parti più scenografiche sono l'insieme dell'atrio e del monumentale scalone d'onore e la cappella. Notevole è il teatro di corte, la cui sala a ferro di cavallo piuttosto arrotondato è resa solenne dall'ordine gigante di colonne, che dissimula la tipica gracile struttura lignea a palchetti. Privo delle quattro torri angolari e della cupola centrale, che avrebbero dovuto movimentarne la mole, il palazzo è una sorta di sintesi originalissima tra Reggia di Versailles e l'Escorial.
Dopo la sua morte i lavori alla reggia furono proseguiti dal figlio Carlo (Napoli, 1739-1821).
Attività in Lombardia
Negli anni napoletani, Vanvitelli ottenne anche alcune commissioni in Lombardia. A Brescia, a quel tempo territorio veneto, progettò un nuovo attico per la Loggia, mentre a Milano tentò invano di ottenere la commissione per la nuova facciata del Duomo e propose anche un disegno per un nuovo palazzo ducale, non eseguito, che fu però l'occasione per raccomandare alla corte asburgica il suo allievo Giuseppe Piermarini.
Altre opere
Abacuc e l'angelo e Daniele nella fossa dei leoni: affresco presbiterio chiesa del Suffragio, Viterbo (1730)
Basilica della Santissima Annunziata Maggiore a Napoli
Decorazione della Basilica di Santa Maria degli Angeli alle Terme di Diocleziano a Roma
Caserma di Cavalleria Borbonica
Chiesa degli Olivetani di Perugia
Chiesa della Missione ai Vergini a Napoli
Villa Giulia (Napoli)
Facciata della chiesa della Santissima Annunziata di Airola
Chiesa di Sant'Agostino a Siena
Facciata della chiesa gesuitica di San Vito a Recanati (attribuzione incerta)
Chiesa in stile neoclassico del 1775 annessa all'Abbazia Santa Maria del Bosco tra i comuni di Contessa Entellina e Bisacquino
Ciborio della cappella del SS. Sacramento nel Duomo di Siracusa, realizzato nel 1752.
Convento di Sant'Agostino a Roma (in particolare il salone della Biblioteca Angelica ultimato nel 1765)
Fontana al centro della frazione di Vermicino, fatta costruire nel 1731 da papa Clemente XII
Fontana dei pesci a Largo Campo nel centro storico di Salerno
Fontana del Vanvitelli del 1740 al centro delle mura di papa Urbano VIII nel porto storico di Civitavecchia fatta costruire da papa Benedetto XIV
Foro Carolino (odierna piazza Dante) a Napoli
Molo Nuovo (ora parte centrale del Molo Nord), il Lazzaretto, l'Arco Clementino e la chiesa del Gesù di Ancona
Lavori all'annesso Palazzo Apostolico di Loreto
Facciata del Palazzo Odescalchi a Roma
Palazzo de Gemmis a Terlizzi
Palazzo del Liceo Classico "Agostino Nifo" di Sessa Aurunca
Palazzo Doria d'Angri a Napoli
Palazzo Sforza-Fogliani a Castelnuovo Fogliani nel comune di Alseno.
Madonna della Misericordia a Macerata
Palazzo Torri a Macerata (tradizionale attribuzione)
Palazzo Vallelonga (oggi sede della Banca di Credito Popolare di Torre del Greco) in perfetto Rococò, a Torre del Greco (NA)
Sagrestia della basilica santuario di Santa Maria di Pozzano (1754)
Villa Campolieto a Ercolano, dove Vanvitelli fu impegnato dal 1763; i lavori furono portati avanti dal figlio Carlo dopo la morte del padre
Villa Giulia (o De Gregorio di Santelia), a Barra, quartiere di Napoli, terminata nel 1761[10].
Ampliamento e facciata di Villa Tuscolana a Frascati ora Grand Hotel Villa Tuscolana
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