Il reddito di cittadinanza? Lo inventarono i Borbone
Il reddito di cittadinanza? Lo inventarono i Borbone… |
Con il decreto n. 131 del 4
gennaio 1831 (Regolamento per la Real Commessione di Beneficenza), si
provvedeva ad un vero e proprio “assegno di disoccupazione per coloro i
quali non possono assolutamente con il proprio travaglio sostenere se
medesimi e la di loro famiglia” (articolo 1).
I sussidi potevano
essere “temporanei o perpetui” per coloro i quali “per fisico
impedimento non potrebbero mai più sostentarsi con il loro travaglio”
(articolo 4). Per gli assegni temporanei o “durabili nel tempo”, la
Commessione, passato il tempo della prima assegnazione, “deciderà se
debba prolungarsi per altro tempo senza che l’oziosità ne venga
fomentata”.
Le preferenze prevedevano “in primo luogo giovanetti orfani o
abbandonati, poi le vedove con figli in tenera età e “vecchi, storpi,
ciechi, cronici ed altri simili” fino agli “individui isolati”. La
stessa Commissione disponeva di un fondo speciale di riserva “per i
soccorsi urgenti” e si avvaleva dell’articolata e diffusa rete delle
parrocchie che avevano il compito di raccogliere le “suppliche”.
Ai
richiedenti insoddisfatti era data anche facoltà di presentare un
ricorso (articolo 14). Ancora più sorprendente, considerata la recente
normativa sulla privacy, la discrezione prevista per quei casi di
dignitosissima povertà: “considerando esservi degl’individui o famiglie
di tali condizioni che aborriscono il far manifesta la propria
indigenza, la Commessione assumerà a sé il pietoso ufficio di ricercarle
e conoscerle in modi occulti e diligenti onde prestar loro il soccorso
che meritano con l’obbligo di custodire segretamente quelle notizie”
(articolo 8). E poi dicono che uno diventa neoborbonico…
Gennaro De Crescenzo
fonte:http://www.neoborbonici.it/portal/index.php?option=com_content&task=view&id=4763&Itemid=99
Gennaro De Crescenzo
fonte:http://www.neoborbonici.it/portal/index.php?option=com_content&task=view&id=4763&Itemid=99
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