Gravina Archeologia 1967 di Vito Nicefalo (prima parte)


L'immagine può contenere: 7 persone, persone che sorridono, spazio all'aperto


L'immagine può contenere: una o più persone, persone sedute e spazio all'aperto Iniziavano le operazioni di estrazione di cava per tufo in località S.Stefano. Le cave sono ancora visibili sulla strada vicinale omonima. Una giovanissima Archeologa inglese (forse Molly Aylwin Cotton) era presente durante le operazioni di recupero di materiale archeologico. La Soprintendenza Archeologica in quegli anni era unita alla Puglia e Basilicata e molto spesso si affidava all’ora alle missioni delle Università straniere come nel caso di Gravina, quella diretta dall’ allora Prof. J. B. Ward Perkins per recuperi di urgenza. Solo a distanza di qualche anno per il forte dilagare dell’attività clandestina e comunque per attenuare il fenomeno sempre più crescente dei tombaroli, le due Soprintendenze si divisero, dando vita per la Puglia a quella, con sede a Taranto. La stessa, appena neonata, cercò di organizzarsi con propri archeologi e tecnici per il recupero archeologico urgente ove si presentassero dei seri problemi dovuti spesse volte a scassi profondi di terreni agricoli, creazioni di cave per l’estrazione di tufo, etc. Sono gli anni della “questione archeologica”: l’archeologia inverosimilmente, diventa un problema: anziché un valore aggiunto per il territorio attraverso il fascino della scoperta, diventa un peso, un pericolo per l’espansione territoriale ed urbana selvaggia, senza un piano regolatore.
Nelle cronache “gravinesi parallele”, si racconta che nel mentre gli inglesi effettuavano il recupero scientifico diurno coadiuvati dalla manovalanza di operai della stessa cava di tufo…la notte, altre “squadre di esperti” a frotte, si recavano per recuperare velocemente, ricchi corredi tombali che emergevano sotto gli scassi delle ruspe. La notte….mentre la Gravina dormiva (o faceva finta) si udivano schioppi di pistolettate e mitragliette…ma i Carabinieri, arrivavano sempre in ritardo. (Vito Nicefalo) 
foto principale di proprietà della famiglia Volse

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