L'ORIGINE DELLA CROCE ROSSA INTERNAZIONALE NON È SVIZZERA MA DUOSICILIANA
Di Mariano
Palumbo.
Mriano Palumbo |
Nasceva 200
anni fa il vero ideatore della Croce Rossa Internazionale, Ferdinando
Palasciano.
Illustre
figlio di Capua (Ce), nasce nel 1815 nello Stato del Regno delle Due Sicilie.
Fu grande e
visionario medico. Purtroppo pochi sanno, al di fuori della provincia di
Caserta, che questo grande figlio delle nostre Terre, dal cuore indomito, fu il
vero ideatore della Croce Rossa Internazionale. Fin dal giorno della laurea si
dedicò con passione alla ricerca scientifica per alleviare le sofferenze
dell’umanità e soprattutto per curare chi veniva ferito o colpito da malattie
nel corso delle varie guerre.
Eseguì arditi
interventi chirurgici, spaziando con genialità e perizia nei tanti settori
della medicina. Grazie alla sua fama, nel 1859 venne chiamato a curare re
Ferdinando II di Borbone.
Fu lui per
primo a gettare le basi della Croce Rossa, scrivendo articoli e partecipando a
convegni internazionali per ribadire la necessità della presenza di personale
sanitario sui campi di battaglia, personale pronto a intervenire senza fare
distinzioni tra le parti avversarie. Tuttavia venne sempre ignorato dalle
organizzazioni svizzere, che si impadronirono delle sue tesi umanitarie per
giungere, nel 1863, alla creazione ufficiale della Croce Rossa Internazionale,
attribuendone il principale merito al ginevrino Jean Henry Dunant. Ma il nome
di Palasciano non fu dimenticato solo dagli svizzeri, anche lo Stato
annessionista italiano, nato tra menzogne e crimini efferati, non gli riservò
alcuna considerazione.
Ma la
ingratitudine ingratitudine non fermó Ferdinando Palasciano, che continuò a
dedicarsi alla scienza per tutto il resto della vita.
Morì nel 1891
nella sua casa sulla collina di Capodimonte, a Napoli”.
Che dire!? E’
l’ennesimo esempio di come ci hanno rubato la Storia, di come ci hanno rapinato
del presente continuando a considerarci una Colonia interna e di come, ahimé,
ci “spopolano” del nostro futuro. Ebbene, opponiamoci con forza a questo
disegno ignominioso, non permettiamo specialmente che i nostri giovani laureati
vadano via, teniamoli a casa se possibile, facciamo sì che si organizzino in
gruppi, comitati, onlus, tutto ciò che è possibile insomma, e che ogni giorno
manifestino in piazza, davanti alle Prefetture, sui giornali, la loro tragica presenza
affinché si affronti finalmente questo problema epocale della disoccupazione
dei “cervelli” che sta portando un popolo intero alla sparizione e alla
scomparsa per “esaurimento”.
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